Montante contributivo individuale nozionale
< A1 - Glossario della previdenza sociale >
Il montante contributivo individuale nozionale, spesso detto semplicemente montante contributivo individuale, rappresenta un capitale fittizio o capitale nozionale o nozionale, al quale non corrisponde alcun patrimonio di previdenza, che deriva dalla applicazione della legge di capitalizzazione simulata sulla crescita, applicando un tasso di rendimento nozionale ai contributi figurativi che vengono assegnati secondo la norma sulle assicurazioni obbligatorie ed in linea principale applicando al reddito l'aliquota contributiva pensionistica di computo.
E' utilizzato nello schema pensionistico con formula delle rendite predefinita nel caso di sistemi pensionistici senza patrimonio di previdenza per determinare la pensione di vecchiaia con il metodo di calcolo contributivo a capitalizzazione simulata sulla crescita.
Il montante contributivo individuale nozionale è quindi un valore figurativo dei contributi obbligatori rivalutati con un tasso di rendimento nozionale ossia il tasso annuo di capitalizzazione per la rivalutazione del montante contributivo individuale.
Al montante contributivo individuale nozionale o capitale nozionale non corrisponde un patrimonio di previdenza, pertanto esso si configura per lo Stato come un debito pensionistico latente altrimenti detto anche debito pubblico implicito cioè obbligazioni che saranno pagate in futuro con il gettito fiscale raccolto sia con i contributi previdenziali per le assicurazioni obbligatorie che dalla fiscalità generale.
E' bene distinguere il concetto di montante contributivo individuale nozionale da quello di riserva matematica.
Il primo attiene infatti ad un parametro di un metodo di calcolo utilizzato in uno schema pensionistico con formula della rendita predefinita mentre la riserva matematica attiene al valore o costo effettivo della rendita che scaturisce dalla formula predefinita.
Ad esempio, nel caso della riforma Dini il coefficiente di trasformazione in rendita incorpora un tasso di crescita del PIL dell'1,5% che è un costo a prescindere che si verifichi o meno, quindi si potrebbe avere uno squilibrio finanziario tra le entrate effettive e i costi effettivi che devono necessariamente essere affrontati con una riforma previdenziale.
Note[modifica | modifica sorgente]
Bibliografia[modifica | modifica sorgente]
Leggi[modifica | modifica sorgente]
- Legge 8 agosto 1995, n. 335, in materia di "Riforma del sistema pensionistico obbligatorio e complementare."
News[modifica | modifica sorgente]
- Laura Cavestri, Fornero: le Casse non hanno sostenibilità a 50 anni, in Il sole 24 ore. URL consultato il 29 marzo 2013.
- Pensioni: Fornero, non pensabile siano più lunghe della vita lavorativa, in ASCA. URL consultato il 3 aprile 2013.
- Se il Pil crolla le pensioni calano a picco, in La Repubblica. URL consultato il 12 aprile 2013.
Web[modifica | modifica sorgente]
- Sistemi finanziari di gestione dei fondi previdenziali e metodi di calcolo delle prestazioni, docs.google.com, SistemiGestionePrevidenziali. URL consultato il 20 marzo 2013.
- EVOLUZIONE DELLA LEGISLAZIONE PENSIONISTICA DI BASE, lavoro.gov.it, MinisteroLavoroL335/1995. URL consultato il 4 aprile 2013.
- Carlo A. Bollino, Elementi di economia politica, 4ª ed., Morlacchi Editore, 2008, ISBN 88-89422-38-6.