Conflitto pensionistico

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Il conflitto pensionistico, nell'ambito dei sistemi pensionistici pubblici a redistribuzione dei tributi basati sul modello previdenziale corporativo fascista, è un conflitto economico ove le lobby previdenziali dei pensionati e dei pensionandi, attraverso la competizione politica, impongono una redistribuzione dei tributi al fine di massimizzare il divario fiscale a proprio favore tale che riescono ad alterare gli equilibri economici fino a distruggere i posti di lavoro che sostengono il sistema pensionistico stesso.

Il conflitto pensionistico in genere[modifica | modifica sorgente]

Il conflitto pensionistico non è una particolarità italiana ma è legato ai sistemi pensionistici pubblici implementati secondo le seguenti modalità:

  • modello previdenziale corporativo o occupazionale;
  • sistema pensionistico pubblico a redistribuzione dei tributi;
  • piramide demografica squilibrata;
  • inesistenza dello stato stazionario del sistema pensionistico implementato;
  • calcolo della prestazione sociale in denaro con il metodo della formula predefinita.

Quando si verificano le condizioni demografiche ed economiche favorevoli, le lobby previdenziali fanno approvare uno schema pensionistico che restituisce dei multipli rispetto a quanto versato dai singoli ma ciò solo in una fase iniziale e per gruppi ristretti.

Se tale schema fosse applicato nel lungo periodo ad ampie fasce di assicurati, si verifica subito che esso non è sostenibile finanziariamente.

Ad esempio le verifiche della Corte dei Conti sul bilancio tecnico a 30 anni di Inarcassa rilevava che per mantenere le generose prestazioni del 2008 l'aliquota contributiva di finanziamento sarebbe dovuta salire fino al 42%, aliquota definita insostenibile.

In realtà tale aliquota era ampiamente sottostimata in quanto calcolata con la rivalutazione del patrimonio al 3% quando la Fornero ha ridotto il parametro all'1%.

Tali situazioni erano parimenti verificabili nelle baby pensioni, nelle pensioni di anzianità, nei coefficienti di rendimento dell'INPGI ed in molte altri casi.

Se uno schema pensionistico viene verificato tramite bilancio tecnico su un arco di 90 anni si vede se esso è sostenibile.

Per le casse di previdenza dei liberi professionisti i bilanci tecnici prima venivano redatti per un periodo di 15 anni, poi alzato a 30 ed a 50 per poi essere di nuovo ridotto a 30.

Secondo Mauro Marè il sistema "può diventare inaccettabile (come purtroppo sta avvenendo) se i lavoratori hanno la percezione di dover finanziare con i contributi pensioni sensibilmente più alte di quelle che essi potranno avere".[1]

Se i lavoratori non subissero l'asimmetria informativa coltivata dagli enti pubblici che gestiscono i sistemi pensionistici pubblici attraverso il divieto di pubblicazione delle delibere, dei regolamenti e degli statuti succedutesi nel tempo quello che può sembrare una percezione diventerebbe una reale presa di coscienza.

In particolare si evidenzierebbe che quelli che vengono considerati diritti acquisiti dai pensionati sono costose promesse fatte dai politici ben coscienti che nel medio lungo periodo ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe pagato per una cosa che non potrebbe mai avere.

Le successive riforme dei sistemi pensionistici pubblici non sono altro che una transizione da uno schema pensionistico insostenibile fiscalmente verso uno più sostenibile riducendo le prestazioni dei futuri pensionati che quindi si ritrovano che hanno versato i contributi nell'illusione di poter ottenere i regali dei pensionati del tempo ma già si sapeva tra gli esperti che ciò non sarebbe stato possibile.

Come si esce dal conflitto pensionistico[modifica | modifica sorgente]

La creazione di un sistema pensionistico universale con la gestione affidata ad un unico ente pubblico secondo regole universali è l'unico modo per uscire dal conflitto pensionistico.

Il sistema pensionistico universale deve bilanciare le prestazioni correnti con i costi correnti sostenuti dagli attivi.

Poiché il sistema è dinamico in quanto non esiste lo steady state, gli aggiustamenti devono obbligatoriamente essere continui.

Naturalmente il conflitto pensionistico dura per tutto il periodo della transizione verso un sistema sostenibile socialmente e fiscalmente.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Mauro Maré, Pensioni, i governi agiscano da garanti tra generazioni (PDF), in Il Sole 24 Ore, 4/3/2014. URL consultato il 5 gennaio 2016.
    «Può diventare inaccettabile -come purtroppo sta avvenendo ò se i lavoratori hanno la percezione di dover finanziare con i contributi pensioni sensibilmente più alte di quelle che essi potranno avere.».

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

  • Glossary:Tax revenue, epp.eurostat.ec.europa.eu, Eurostat Statistics Explained. URL consultato il 28 settembre 2014.

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